Papa Francesco e il suo orgoglio di essere il nostro capitano
Ieri abbiamo incontrato Papa Francesco. Al termine
dell’udienza generale Sua Santità ha ricevuto, insieme alle delegazioni di Roma
e Lazio, anche una “rappresentanza” dei bambini che parteciperanno in questo
week end alla finale nazionale della Junior Tim Cup. Decisamente bello.
Campioni e bambini insieme, allo stesso modo, ad ascoltare le parole del Santo
Padre durante l’udienza generale in Piazza San Pietro per poi salutarlo con
emozione. Papa Bergoglio ha un sorriso che è insieme disarmante e devastante.
Da quando ha messo piede sulla Piazza quel suo volto sereno, sorridente,
attento e aperto a tutti, ha trasmesso un sentimento di pace e fraternità che
ha travolto tutti.
Quando al termine dell’udienza si è avvicinato anche a noi,
l’emozione era grande. Dopo aver salutato i campioni, tra cui gli allenatori e
i presidenti di Roma e Lazio e il presidente della Lega Serie A, allo stesso
modo (esattamente allo stesso modo) Sua Santità ha salutato e abbracciato
Jacopo e Francesco, i due bambini che avevamo portato lì a rappresentare tutti
i bambini che giocano negli oratori italiani. Ha scherzato con loro e li ha
abbracciati con una tenerezza che, vista da vicino, ha una travolgente forza di
umanità. Abbiamo avuto anche modo di scambiare qualche parola.
Esattamente come capita negli spogliatoi, non sono serviti
lunghi discorsi o grandi dissertazioni. Sono bastati uno sguardo e poche chiare
e incisive affermazioni per toccare con mano quello che ormai tutti sanno: Papa
Francesco allo sport come strumento educativo crede davvero tanto. Gli abbiamo
simbolicamente consegnato la fascia di capitano dello sport in oratorio e lui
ci ha ringraziato così: «Lo sport è davvero uno strumento importante per
l’educazione dei giovani. Chi allena i ragazzi ha la meravigliosa
responsabilità di fargli incontrare la vita e il Vangelo. Lo sport è molto
importante per la Chiesa. Sono orgoglioso di fare il capitano». Poche parole
che regalano una carica e una energia che cancellano ogni fatica e che fanno
riesplodere forte la passione educativa nel cuore di tutti e di ciascuno.
Quelle poche parole, scambiate durante il “baciamano” al termine dell’udienza
non erano rivolte a noi. Erano rivolte a ciascuno (sì, proprio a ciascuno)
degli allenatori, dei dirigenti, degli animatori, degli arbitri che
quotidianamente si spendono per educare alla vita attraverso lo sport.
Non so come spiegarlo a parole e non so quanto il Papa
conosca dell’attività sportiva in oratorio. Ma si capiva benissimo che lui
stava pensando a migliaia di persone che operano nelle piccole società sportive
tra i ragazzi. Sarebbe bello mettere in ogni spogliatoio delle nostre società
sportive una fotografia di Papa Francesco. Sarebbe anche bello decidere oggi
che in una giornata della prossima stagione tutte le partite inizieranno con un
momento di preghiera negli spogliatoi per sentirsi in comunione spirituale con
il Vescovo di Roma.
Sarebbe bello perché il Papa è davvero “amico” dello sport e
se potesse andrebbe volentieri a vedere una partita in un campetto spelacchiato
dei nostri oratori.
Santità, Ti vogliamo bene. Davvero tanto.